Quesito 019/2016

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Domanda

Esistono dei vincoli legislativi che stabiliscono i termini entro i quali bisogna comunicare ai lavoratori la data della sorveglianza sanitaria?

Risposta

In generale già in fase di programmazione della sorveglianza sanitaria il medico competente indica la periodicità con cui eseguirà i controlli stessi, attraverso la redazione di un protocollo sanitario i cui contenuti sono esplicitati al datore di lavoro e ai lavoratori (attraverso gli RLS).

Poi, solitamente ad ogni controllo, indica anche la scadenza del controllo successivo (di solito non il giorno preciso ma il periodo, ad esempio il mese).

All'avvicinarsi della scadenza comunicherà al datore di lavoro il calendario più preciso che costituirà il riferimento che il datore di lavoro stesso utilizzerà per convocare i lavoratori a visita medica e/o per l'esecuzione degli eventuali altri accertamenti.

Non esiste un tempo limite fissato per legge circa il "preavviso"; deve essere congruo per permettere al lavoratore di organizzarsi; in ogni caso si ricorda che questi accertamenti sono eseguiti in orario di lavoro o al di fuori di esso (sempre con il riconoscimento del tempo impiegato come se fosse tempo di lavoro) concordando con il lavoratore stesso le modalità più comode.

In caso di assenza del lavoratore (ad esempio per malattia o ferie) occorre che il medico si adoperi per recuperare il controllo mancato con sedute straordinarie.

Un caso particolare riguarda il controllo per l'assunzione di sostanze psicotrope e stupefacenti per alcune mansioni a rischio: in questo caso il preavviso non deve essere superiore alle 24 ore.

(Novembre 2016)