Modena, la pandemia cancella 5.000 posti di lavoro nel 2020
L'indagine sulle Forze di lavoro condotta da Istat mostra nell'anno 2020 una decisa diminuzione dell'occupazione in provincia di Modena, nonostante siano ancora attivi gli ammortizzatori sociali e i divieti di licenziamento per le imprese.
Calano infatti di 5.000 unità gli occupati modenesi, pari ad una diminuzione tendenziale dell'1,6%, il totale degli occupati ritorna così a 315.000, come nel 2016. Il tasso di occupazione scende di conseguenza, passando dal 69,8% del 2019 al 68,5% del 2020. L'occupazione femminile è maggiormente penalizzata, con un calo di occupazione del 2,8%, contro il -0,6% di quella maschile.
Le forze di lavoro diminuiscono di più rispetto agli occupati, scendendo di 8.000 unità, pari al -2,3%; si è riscontrato infatti che in periodi di crisi ed incertezze come quello attuale, le persone che faticano a trovare un lavoro vengono demotivate e si rimuovono dalla platea delle persone che sono disposte a lavorare.
In provincia di Modena tale fenomeno risulta ancor più accentuato in quanto diminuiscono anche le persone in cerca di occupazione (-3.000 pari al -13,6%), pertanto scende anche tasso di disoccupazione, passando dal 6,5% del 2019 al 5,8% del 2020. Tuttavia tale segnale non è propriamente positivo, in quanto non deriva da un aumento degli occupati, bensì dal generale sconforto che porta i disoccupati a desistere dalla ricerca di un nuovo lavoro.
Infatti, specularmente alla diminuzione delle forze di lavoro, aumentano gli inattivi (+3,8%) ed il corrispondente tasso di inattività, che sale così dal 25,2% al 27,2%.
In regione si registra un calo degli occupati maggiore (-43.000 pari al -2,1% tendenziale), tuttavia, contrariamente a Modena, sono in aumento le persone in cerca di occupazione (+1,7%), pertanto a livello regionale aumenta il tasso di disoccupazione, che passa dal 5,5% del 2019 al 6,9% del 2020.
Ritornando al livello provinciale, il calo degli occupati è stato molto rilevante in alcuni settori economici, con perdite pari all'11,3% per l'industria manifatturiera; scendono poi del 7,7% gli occupati nelle costruzioni e del 6,8% quelli del commercio, mentre è in aumento l'occupazione nei servizi (+7,4%) e in agricoltura.
A causa di queste variazioni cambia leggermente la composizione degli occupati per settori di attività nella provincia: la maggior quota è nei servizi (41,1%) che superano così l'industria (34,8%), seguita dal commercio (16,0%); tuttavia, nonostante la flessione rilevante, l'industria manifatturiera provinciale conserva sempre un ruolo preponderante rispetto alle quote registrate nel totale Emilia-Romagna e in Italia. Rimangono basse le percentuali delle costruzioni (3,8%) e dell'agricoltura (2,8%) che vede comunque raddoppiare la propria quota di occupati.
Infine, aumenta in tutta la regione la disoccupazione giovanile che raggiunge il 21,3%, rimanendo tuttavia sempre inferiore a quella nazionale (29,4%). Le province più penalizzate risultano quelle prevalentemente turistiche come Rimini (37,5%) e Ravenna (27,6%). Modena risulta in linea con la media regionale (20,2%), mentre risalta in positivo il dato di Reggio Emilia (9,7%).
Tutte le variazioni tendenziali citate si riferiscono, per ogni indicatore, al confronto tra la media annuale del periodo "gennaio 2020/dicembre 2020" e quella del periodo "gennaio 2019/dicembre 2019".