Distretti regionali: un modello resiliente e vincente
Il 2021 inizia con dati positivi per l'export dei distretti dell'Emilia-Romagna con un +6,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente che era stato solo parzialmente impattato dal lockdown iniziato a marzo. Va in particolare segnalata la crescita dei valori esportati anche rispetto al primo trimestre 2019 (+2,2%). I distretti emiliano-romagnoli fanno meglio della media distrettuale italiana, che mostra un ritardo del -2,8% rispetto ai livelli pre-covid.
Sono questi i principali dati che emergono dalla ricerca sui Distretti industriali dell'Emilia-Romagna aggiornata al primo trimestre 2021 curata dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo e presentata il 22 giugno scorso.
Buono l'andamento dell'export sui mercati maturi (+6%) che crescono anche rispetto al primo trimestre 2019 (+4,5%), grazie al traino di Francia, Germania e Belgio. Ottima poi l'accelerazione delle vendite sui nuovi mercati (+7,5%), dove spiccano i risultati ottenuti in Cina e Turchia, ben oltre i livelli pre-pandemici (+14,7% e +84% rispettivamente).
Dall'analisi per singolo distretto emerge un quadro positivo: hanno iniziato l'anno in crescita 13 distretti su 20. Inoltre, 12 distretti regionali sono già oltre i livelli di export dei primi mesi del 2019. Complessivamente ottima la situazione del settore della Meccanica (+8,4% la variazione tendenziale nel primo trimestre del 2021). Hanno registrato una crescita quasi tutti i distretti, con performance brillanti soprattutto delle Macchine per l'industria ceramica di Modena e Reggio Emilia (+37,9% secondo i dati ACIMAC), delle Macchine agricole di Modena e Reggio Emilia (+31,5%), dei Ciclomotori di Bologna (+18,4%), delle Macchine per il legno di Rimini (+13,7%). Bene anche la Meccatronica di Reggio Emilia (+8,9%), le Macchine per l'imballaggio di Bologna (+5,8%). Sostanzialmente stabile la Food machinery di Parma (-0,6%). In calo, invece, le Macchine utensili di Piacenza (-12,6%).
Nell'insieme positivo il dato del settore Agro-alimentare (+3,6%). Anche se alla crescita di alcuni distretti come l'Ortofrutta romagnola (+23,4%), i Salumi del modenese (+5,6%) e il Lattiero caseario parmense (+4,7%), si contrappone il rallentamento dell'Alimentare di Parma (-2,9%), dopo il balzo del 2020, dei Salumi di Parma (-3%) e del Lattiero-caseario di Reggio Emilia (-3,5%). Tendenza negativa per i Salumi di Reggio Emilia (-20%).
Positivo l'andamento del Sistema casa (+8%). Eccellente performance per l'export dei Mobili imbottiti di Forlì che inizia il 2021 con un +61,5%, miglior distretto del legno-arredo in Italia, grazie al traino de mercati francese e cinese. Bene anche le Piastrelle di Sassuolo che fanno registrare un aumento delle vendite del 4,2%.
Nel Sistema moda si osserva una contrazione nell'export complessivo dei distretti (-2,3%), a causa dell'andamento dell'Abbigliamento di Rimini (-21,2%). In lieve recupero le Calzature di San Mauro Pascoli (+0,5%), mentre mostra una buona crescita la Maglieria e abbigliamento di Carpi (+14,7%).
Partenza in crescita per le esportazioni dei Poli tecnologici regionali, con risultati migliori rispetto alla dinamica nazionale (+6,5% versus -4,3%). Brillanti il Biomedicale di Bologna (+27,3%) e il Biomedicale di Mirandola (+13,5%), in calo invece il Polo ICT dell'Emilia-Romagna (-7,4%).
Nell'ambito di una più generale analisi sui bilanci 2008-19 di 1.857 aziende appartenenti ai 20 distretti industriali dell'Emilia-Romagna, a confronto con quelli delle imprese "non distrettuali", emerge l'alta competitività delle aree distrettuali.
Le filiere di prossimità rimangono un fattore competitivo nei distretti: i fornitori sono molto più vicini ai committenti di quanto avviene altrove. La prossimità geografica è fonte di vantaggi commerciali e nei processi di innovazione.
Non a caso nei distretti dell'Emilia-Romagna è rimasta alta la capacità di creare valore aggiunto: nel 2020 il loro saldo commerciale, pur diminuendo, è rimasto su livelli elevati e pari a 11,6 miliardi di euro, il 40% del sistema manifatturiero regionale. In evidenza, tra gli altri, le Piastrelle di Sassuolo (3,1 miliardi) e Macchine agricole di Reggio Emilia e Modena (298 milioni).
È poi alta la propensione innovare delle imprese distrettuali emiliano-romagnole: le domande di brevetto allo European Patent Office sono pari a 235 ogni 100 imprese; nel complesso dei distretti italiani ci si ferma a 72,6, mentre nelle aree non distrettuali non si va oltre 49,1.
Sul fronte del digitale, già prima della pandemia era in crescita l'incidenza di ICT e R&S sul totale degli acquisti di beni e servizi. I processi di digitalizzazione hanno subito un'accelerazione nel 2020, soprattutto nel lavoro a distanza e nei distretti. Restano però ritardi in modo particolare tra le imprese più piccole.
Si rafforza la sensibilità alla transizione ecologica: la quota di brevetti ambientali è più che raddoppiata rispetto ai primi anni duemila.