Banca d'Italia: i dati sul credito dell'anno 2023

Crescono i risparmi dei modenesi, soprattutto negli investimenti in titoli di Stato Italiani, mentre dal lato della domanda di credito diminuiscono i prestiti, rimane pressoché costante il tasso di deterioramento dei crediti

Tornano ad aumentare i risparmi dei modenesi nel 2023, soprattutto per le famiglie consumatrici che salgono del 6,4%, d'altro canto diminuiscono i prestiti richiesti dalle imprese, ma il tasso di deterioramento dei crediti risulta quasi invariato. Questi, in sintesi, i risultati dei dati sul credito al 31/12/2023 diffusi dalla Banca d'Italia ed elaborati dal Centro Studi e Statistica della Camera di Commercio di Modena.

Per ciò che riguarda il sistema creditizio, rimane pari a 2 il numero delle sedi di istituti di credito nella provincia di Modena, mentre prosegue la contrazione del numero di sportelli bancari che scende a 283, sei in meno rispetto al 2022, con una diminuzione tendenziale del -2,1%, portando così a 4,0 il numero di sportelli ogni 10.000 abitanti.

Probabilmente anche a causa dei tassi elevati fissati dalla BCE, calano ulteriormente i prestiti bancari (-2,6%) arrivando a 21.018 milioni di euro. La maggior parte di essi è rivolta alle imprese (57,4% del totale), che registrano anche la diminuzione più consistente rispetto al 2022 (-4,0%). Le imprese con meno di venti addetti accusano il decremento maggiore (-8,4%), riducendo ulteriormente la loro quota di prestiti sul totale imprese. D'altro canto, le società di capitali con più di 20 addetti assorbono la maggior parte dei prestiti (86,8% del totale imprese), ma scende anche per loro l'ammontare di prestiti richiesto anche se in misura minore (-3,3%). Le famiglie consumatrici usufruiscono del restante 40,0% di prestiti, ma dopo un aumento cospicuo nel 2022, quest'anno sono in lieve calo anch'essi (-0,7%).

I prestiti alle amministrazioni pubbliche e alle società finanziarie sono residuali rispetto al totale (2,3%) ed entrambi sono in ulteriore diminuzione (-3,8% e -7,9% rispettivamente).

Tra le imprese, il settore che riceve più finanziamenti è la manifattura (46,2% del totale imprese), pressoché stabile rispetto al 2022 (-0,2%), molto più accentuata la diminuzione nelle costruzioni (-5,2%) e ancor di più nei servizi (-9,2%), che vedono così ridurre la propria quota di finanziamento al 36,4% del totale.

Il tasso di deterioramento del credito totale è abbastanza stabile (0,7%), tuttavia in alcuni settori sta peggiorando in maniera più evidente, come nelle costruzioni e tra le imprese con meno di 20 addetti: in entrambi i casi passa dall'1,4% all'1,6%. Le famiglie consumatrici mostrano un tasso di deterioramento più basso, ma in lieve peggioramento, passando dallo 0,5% allo 0,6%. L'indicatore migliora invece sia nelle attività manifatturiere (da 0,8% a 0,6%), sia nei servizi (da 1,2% a 1,0%).

Dopo la diminuzione verificatasi nel 2022, nel 2023 riprendono a salire i risparmi dei modenesi, arrivando a 48.382 milioni di euro, in aumento del 5,6% rispetto all'anno precedente. Quest'anno il trend emergente è la diminuzione dei depositi in favore degli investimenti in titoli, soprattutto titoli di Stato Italiani. Infatti, questi ultimi sono in crescita del 71,6% e la loro quota sale al 21,2%. Tuttavia, la maggior parte dei risparmi è detenuta ancora in depositi, soprattutto in conto corrente (80,0% dei depositi), in calo del 5,0%; il restante è investito in titoli, di cui più della metà in fondi comuni di investimento (54,2% dei titoli), in crescita del 3,6%.

Tre quarti del risparmio è detenuto dalle famiglie consumatrici, che registrano anche il maggior incremento (+6,4%). La quota più rilevante è costituita da titoli, sia fondi di investimento (+3,0%), sia titoli di Stato Italiani, che nel 2023 hanno registrato un incremento record pari al +72,0%. La parte restante è conservata in depositi bancari che sono in diminuzione del 7,8%.

Il 25% del risparmio rimanente è detenuto dalle imprese, che lo conservano soprattutto in depositi bancari (78,4%), ma anch'esse hanno spostato parte della propria liquidità verso i titoli di Stato che crescono del 66,9%.

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pubblicato il 05/04/2024 ultima modifica 05/04/2024