2023, un anno difficile per il tessile abbigliamento

Un anno in chiaroscuro per il settore tessile abbigliamento della provincia: a fronte di un lieve aumento di produzione, prosegue la perdita di imprese e di export

Continua la diminuzione delle imprese del tessile-abbigliamento nell’anno 2023. Le sedi di impresa arrivano a 1.699, 132 imprese in meno rispetto all’anno precedente, pari ad una variazione del -7,2%; calano anche le localizzazioni, ma in misura minore (-6,3%) e impiegano 10.348 addetti, infine le imprese artigiane perdono meno quota (-5,9%).

Nel decennio si sono perse 852 sedi di impresa, pari al 33,4% in meno, mentre scendono in misura minore sia le localizzazioni che le imprese artigiane.

La maggioranza di esse produce confezione di articoli di vestiario (56,2%), mentre perdono quota le imprese di maglieria (13,4% del totale) e la fabbricazione di tessuti a maglia (2,8%), non è molto diffusa in provincia la fabbricazione di articoli in pelle (5,0%).

Dopo due anni positivi, rallenta l’andamento della produzione del settore che rimane comunque positivo, raggiungendo il +0,5% nel primo semestre e il +2,4% nel secondo.

L’andamento dell’export risulta peggiore del totale Modena, in particolare nel 2023 mostra un calo molto sensibile (-31,4%). L’area geografica di maggior sbocco è la UE a 14 paesi (43,2% del totale), in calo del 38,9%, seguono gli altri paesi europei non appartenenti alla UE (16,8% del totale, ma pressoché stabili -1,1%), mentre sono in forte calo 13 paesi europei entrati nella UE nel 2007 e nel 2013 (-40,5%) che rappresentano 14,0% del totale delle vendite all’estero. Le uniche aree in crescita sono l’Africa Centro Sud (+11,2%) e l’Oceania (+4,1%), ma rappresentano quote residuali dell’export del settore.

La top ten dei paesi verso cui è diretto l’export di abbigliamento vede profondi cambiamenti: scende al secondo posto la Germania a causa di un evidente calo (-48,0%), dello stesso ordine di grandezza anche la discesa degli Stati Uniti (-44,5%) e ancor di più della Polonia (-64,5%) che perdono rispettivamente 4 e 6 posizioni in classifica. L’unico dato positivo è per la Turchia (+6,4%) che la fa entrare in classifica al sesto posto, mentre la Svizzera, con un -1,0% entra nella top ten all’ottavo posto.

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pubblicato il 16/07/2024 ultima modifica 16/07/2024