Excelsior, ai minimi le assunzioni previste in provincia di Modena nel mese di dicembre
Il Sistema Informativo Excelsior, promosso da Unioncamere in collaborazione con l'Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro e le Camere di Commercio italiane, ha pubblicato il bollettino previsionale relativo al mese di dicembre 2020.
La pandemia continua ad imperversare sull'economia modenese generando segnali fortemente negativi sulle previsioni di assunzione delle imprese che riportano infatti per dicembre una diminuzione sia rispetto allo stesso periodo del 2019, sia rispetto al mese precedente.
Si limitano infatti a 2.360 gli ingressi previsti nel mondo del lavoro a Modena, in calo del 35,7% rispetto a novembre 2020.
Anche il confronto tendenziale risulta molto negativo, sia a livello nazionale con delle previsioni di assunzione per dicembre 2020 che si fermano a 192.000 unità (in calo del 36,2%), sia in Emilia-Romagna dove il dato raggiunge 13.500 previsioni di entrate (-34,1%); nella provincia di Modena il confronto annuale risulta simile al dato nazionale (-36,4%).
Purtroppo anche le prospettive per il trimestre dicembre 2020-febbraio 2021 mostrano segnali sfavorevoli per le nuove assunzioni: la variazione rispetto al trimestre precedente risulta meno negativa (-5,9%) raggiungendo le 11.390 assunzioni, mentre il confronto con lo stesso trimestre dell'anno precedente risulta più marcato (-30,7%).
La tipologia occupazionale rimane pressoché in linea con il mese precedente, infatti aumentano di tre punti percentuali i contratti a tempo determinato, i quali raggiungono il 47% del totale, come anche i contratti a tempo indeterminato che arrivano a rappresentare il 31% del totale, seguiti dagli interinali in forte calo (8%). Rappresentati sempre con percentuali più contenute rimangono gli altri tipi di contratto, come gli apprendisti (7%), i co.co.co (1%) e "gli altri contratti non dipendenti" stabili con un 4% sul totale.
Gli ingressi per settori economici vedono al primo posto sempre l'industria, che con 780 ingressi rappresenta un terzo del totale (33,1%); in leggero calo i settori del commercio e delle costruzioni, i quali rappresentano rispettivamente l'11,9% ed il 10,6% del totale. Mostrano, invece, una forte contrazione il settore dei "servizi alle persone" e quello dei servizi di "alloggio e ristorazione", i quali si riducono a rappresentare rispettivamente l'11,4% ed il 7,6% delle entrate totali. Infine i "servizi alle imprese", che nei mesi precedenti avevano presentato segnali di stabilità, raggiungono nel mese di novembre una consistenza di oltre un quarto del totale, con una quota pari al 25,4%.
La distribuzione dei gruppi professionali ha subito un cambiamento, e vede quello degli operai specializzati come il gruppo più richiesto, rappresentando ormai oltre un quinto del totale (22%). A seguire troviamo i conduttori di impianti e macchinari con una quota in aumento sul totale (18%); mentre le professioni tecniche rimangono pressoché stabili (15%).
Continuano poi a diminuire le richieste delle "professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi" (17%) e la domanda di professioni intellettuali (6%); mentre il gruppo degli impiegati si mostra tutto sommato costante (9%), come quello delle professioni non qualificate (13% sul totale).
Il titolo di studio più ricercato rimane il diploma (35%), seguito dalla qualifica professionale (27%) e dalla laurea (14%). Infine quasi un quarto di nuovi lavoratori sono ricercati senza alcun titolo di studio (23%).
Una prima analisi dell'impatto che la seconda ondata pandemica del Covid-19 sta avendo sulle attività rileva che le imprese della provincia di Modena riescono ad avere regimi simili a quelli pre-emergenziali di inizio d'anno per il 50,6%; mentre nei mesi di ottobre e novembre ben il 53,3% delle imprese modenesi aveva raggiunto l'operatività pre-lockdown di marzo 2020. A livello regionale il dato di ripresa dei regimi pre-emergenza si attesta per il mese di dicembre al 48,3% delle imprese, mentre quello nazionale risulta fortemente negativo (41,6%).
Analizzando poi il bacino delle imprese ancora in fase di recupero si è rilevato che solamente il 10,4% degli intervistati sostiene di riprendere l'attività in maniera accettabile entro la fine dell'anno, mentre la maggior parte (61,1%) necessiterebbe anche di tutto il 2021; in ultimo il restante 28,5% dichiara di raggiungere il regime ordinario entro il primo semestre del prossimo anno.