Assunzioni in forte crescita nel 2022

Con l'aumento degli occupati diviene sempre maggiore la difficoltà di reperire personale; manifattura e servizi alle imprese i settori con i maggiori ingressi, in base ai dati del sistema informativo Excelsior

Unioncamere nazionale ha diramato i risultati annuali 2022 dell'indagine Excelsior - Sistema Informativo per l'Occupazione e la Formazione - coordinata da Unioncamere stessa in collaborazione con ANPAL. L'elaborazione del Centro Studi della Camera di Commercio di Modena mostra un anno molto positivo per l'occupazione modenese.

Nonostante l'elevata inflazione e le difficoltà di approvvigionamento delle materie prime legate alla guerra in Ucraina, l'economia modenese ha registrato minori difficoltà del previsto e le imprese hanno assunto nel complesso 76.990 persone, pari al +25,1% rispetto al 2021, che corrisponde a 15.470 posti di lavoro in più. Inoltre risulta ottimo anche il confronto rispetto all'ultimo anno con un andamento economico regolare prima della pandemia e della guerra: dal 2019 al 2022 le assunzioni sono in aumento del 14,0%.

Nel totale regionale la ripresa tendenziale è meno marcata rispetto a Modena (+18,3%), mentre il confronto con il 2019 risulta più accentuato (+16,5%); a livello nazionale invece risulta inferiore sia il confronto con il 2021 (+11,6%), sia con il 2019 (+12,2%).

Rimane a livelli elevati (63,5%) la quota di imprese modenesi che hanno assunto nel corso del 2022, tuttavia vi sono marcate differenze in base alla dimensione delle stesse: tutte le grandi imprese (>250 addetti) assumono personale, ma la quota scende al diminuire della dimensione arrivando al 91,3% per le imprese da 50 a 249 addetti, all'88,9% dai 10 ai 49 addetti e al 53,87% per le imprese più piccole (1-9 addetti).

Le quote di assunzioni in base ai settori economici sono molto simili a quelle dell'anno 2021: la maggior parte dei nuovi ingressi avviene nell'industria manifatturiera (34,2%) e al suo interno il comparto che attrae più manodopera è la "produzione di macchinari e mezzi di trasporto" (10,6% del totale). Segue il macro settore dei servizi alle imprese (19,0%); il commercio incrementa leggermente la propria quota (12,9%), il turismo assorbe il 13,1%, i servizi alle persone riducono la quota al 12,6% e infine si trovano le costruzioni (8,2%).

Riguardo ai titoli di studio più ricercati, la veloce ripresa delle attività di base ha fatto prevalere la quota dei nuovi assunti senza alcun titolo di studio, che raggiungono più di un terzo del totale (36,5%), seguono i diplomati (28,7%) e i soggetti con qualifica professionale (20,6%).

Tra i diplomi, il preferito rimane l'amministrativo contabile (28,4% dei diplomi) e tra le qualifiche professionali quella meccanica è la più ricercata (29,4% delle qualifiche). Infine scende all'1,1% la quota dei possessori del titolo post-diploma ITS, mentre i laureati risultano il 13,1% del totale. Tra questi ultimi si prediligono le lauree in ingegneria (32,8% dei laureati) e in economia e commercio (24,1%).

L'economia modenese è basata soprattutto sull'industria manifatturiera, pertanto più di un terzo delle richieste da parte delle imprese sono costituite da operai (36,2%), che a loro volta si distinguono in "operai specializzati" (17,0%) e "conduttori di impianti e macchinari" (19,2%). Molto numerose anche le richieste di "professioni qualificate nel commercio e nei servizi" (21,5%) e "professioni tecniche specializzate" (12,7%). A seguire gli impiegati esecutivi restano all'8,0% del totale e le "professioni intellettuali e scientifiche" risultano il gruppo meno numeroso (5,9% del totale).

L'incrocio dei titoli di studio richiesti con le professioni che andranno a svolgere i nuovi assunti conferma che i titoli di studio più elevati offrono la possibilità di ottenere posti di lavoro di maggior responsabilità e prestigio: la maggior parte dei laureati andrà infatti a ricoprire ruoli dirigenziali (70,6%) o "professioni intellettuali e scientifiche" (88,5%); i diplomati svolgeranno per lo più professioni impiegatizie (67,4%), mentre i possessori di una qualifica professionale troveranno sbocco soprattutto tra gli operai specializzati (38,3%) e per finire coloro che non hanno alcun titolo di studio potranno trovare occupazione in qualità di conduttori di impianti e macchinari (58,4%), ma soprattutto professioni non qualificate, come facchinaggio e servizi di pulizie (82,4%).

Le precedenti esperienze lavorative vengono richieste nel 62,5% dei casi, ma tale percentuale varia molto a seconda del titolo di studio: diventa massima per i laureati (85,3%) per poi scendere con la diminuzione del titolo richiesto fino al 48,6% delle richieste per chi non possiede alcun titolo di studio.

La necessità per le imprese di assumere personale abbastanza formato e con esperienza lavorativa porta ad un'età media abbastanza alta per i nuovi assunti: un terzo delle assunzioni ricade nella fascia di età dai 30 ai 44 anni, tuttavia l'età è irrilevante per più di un quarto delle assunzioni (26,3%) e i giovani tra i 25 e i 29 anni sono preferiti nel 22,1% dei casi. Le età estreme sono poco segnalate: solamente il 9,8% preferisce i giovani fino a 24 anni e l'8,3% le persone con più di 45 anni.

Il genere maschile risulta ancora il preferito (37,8%), con punte massime nelle costruzioni (72,4%), mentre le donne sono favorite nel 15,8% delle opzioni, con un picco nell'industria del tessile abbigliamento (62,0%). Tuttavia in media risulta che il 46,5% ritiene indifferente per la propria azienda assumere una figura maschile o femminile.

L'aumento dell'occupazione rende più difficile trovare il personale ricercato da parte delle aziende; la difficoltà di reperimento passa infatti dal 34,8% nel 2020 al 45,3% nel 2022, raggiungendo un livello molto alto. Tale percentuale varia molto a seconda dei gruppi professionali, con un picco del 61,8% per gli operai specializzati ed un minimo del 24,5% per le professioni non qualificate. Tra le singole professioni, risultano particolarmente difficili da reperire gli specialisti dell'educazione e formazione (76,9%), gli specialisti in scienze matematiche e informatiche (72,7%), i riparatori e manutentori (72,0%), gli operai conduttori di macchine automatiche (70,1%) e i lattonieri (66,9%). Le figure professionali intermedie paiono più facili da reperire.

Oltre alla formazione, sono ritenute importanti anche le caratteristiche personali dei candidati. Quella più richiesta è la "flessibilità e adattamento" (96,3%), trasversale a tutte le figure professionali e a tutti i settori; a causa della globalizzazione i mercati sono diventati infatti molto più competitivi e le imprese hanno necessità di poter adattare la propria manodopera alle mutevoli condizioni internazionali.

La seconda abilità risulta la "capacità di lavorare in gruppo e collaborare con i colleghi", domandata nell'85,4% dei casi, con punte massime per le professioni tecniche (98,2%) e minime per i conduttori di macchinari (74,5%). Risulta tuttavia molto importante anche riuscire a "lavorare in autonomia" (82,2%) e sapere "risolvere i problemi" (82,0%): queste due ultime attitudini sono particolarmente ricercate per le "professioni intellettuali" e le "professioni scientifiche e tecniche".

L'elevato costo dei prodotti energetici ha portato alla ribalta "l'attitudine al risparmio energetico", che è cresciuta molto di importanza nel corso del 2022, arrivando al 78,1% delle preferenze; seguono poi le "competenze digitali" (63,6%) sempre più diffuse, la "conoscenza dei linguaggi matematici e informatici" (51,4%), il sapere "comunicare in lingue straniere" (387,1 %) e la "conoscenza della tecnologia 4.0" per l'innovazione dei processi (37,2%).

La richiesta di tutte queste attitudini personali risulta maggiore al crescere delle responsabilità di ciascuna professione, così da diventare massima per i "dirigenti e le professioni intellettuali e scientifiche" e minima per le professioni non qualificate.

Per trovare la manodopera necessaria le aziende stanno diversificando i canali di assunzione, con tre modalità principali: la conoscenza personale del candidato (37,2%), i curricula ricevuti (34,7%), e la segnalazione di parenti ed amici (31,6%). Stabili gli ingressi tramite le agenzie interinali (16,8%), così come gli accordi con le scuole (10,5%), mentre crescono di importanza i Centri per l'Impiego (11,7 %).

Si riscontra tuttavia una notevole differenza di comportamento tra grandi e piccole imprese: le imprese minori (fino a 50 addetti) si affidano maggiormente alle conoscenze personali e alle segnalazioni di conoscenti e parenti, mentre le imprese con più di 50 addetti utilizzano in via preferenziale i curricula ricevuti dai potenziali candidati e i servizi delle agenzie interinali.

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pubblicato il 22/03/2023 ultima modifica 22/03/2023