Rapporto congiunturale sulla provincia di Modena

Il Centro Studi e Statistica della Camera di Commercio ha elaborato i dati dell'indagine congiunturale sul III trimestre 2010

La profonda crisi dell'ultimo biennio ha generato in ambito locale, ma non solo, più di un'inquietudine sulle sue conseguenze economiche e sociali. Le difficoltà congiunturali, per altro, si sono inserite nell'ambito di un percorso di metamorfosi dell'industria connotato da rapidi e profondi cambiamenti tecnologici e dal consolidamento di un'ampia apertura verso i mercati internazionali, i quali, accentuando le conseguenze della caduta della domanda, hanno messo a dura prova non solo la tenuta del tessuto produttivo, ma anche quella dell'intera struttura sociale della provincia.

Con l'avvio del 2010 la ripresa dell'attività produttiva, seppur di intensità non ancora sufficiente per recuperare le perdite, consentirà comunque di archiviare l'anno come quello della ripresa. Confortante, in particolare, sta risultando soprattutto lo slancio ritrovato sui mercati esteri, anche se le previsioni sulla domanda interna restano poco incoraggianti.
I numeri raccolti sul panel di imprese dell'indagine congiunturale della Camera di Commercio presentano un quadro generale di ripresa sia per la produzione, sia per il fatturato e gli ordini. Inoltre, da qui a fine anno, le prospettive appaiono decisamente migliori rispetto allo scorso anno, con un incremento significativo del numero delle imprese che prevede una crescita della produzione anche nell'ultima parte del 2010.
Al fine di non indugiare troppo su una visione eccessivamente ottimistica, occorre sottolineare, comunque, che il percorso per ritornare ai livelli pre-crisi a tutt'oggi si presenta lungo e soprattutto pieno di incognite. A metà anno il differenziale rispetto ai valori massimi toccati a giugno del 2008 era ampio. La produzione, in particolare, risultava ancora inferiore di circa 15 punti percentuali, mentre il fatturato, a valori correnti, era più basso del 13,7%.
Per Modena, come del resto per l'insieme dell'industria italiana, la possibilità di recuperare queste perdite appare ampiamente legata alla capacità delle proprie imprese di proseguire quel processo di rafforzamento competitivo, interrotto dalla crisi, e che adesso torna a diventare il vero fattore discriminante tra chi è in grado di agganciare la ripresa internazionale e chi no.
A fronte di un contesto internazionale, che come si è visto, inizia a mostrare qualche segnale di rallentamento, sarà proprio la capacità di incrementare il profilo qualitativo e innovativo delle produzioni uno degli elementi chiave della competizione. Su questo tema il confronto a cui prestare attenzione non è solo con le industrie dei paesi, lontani e vicini, con bassi costi del lavoro, ma anche, se non soprattutto, con le stesse imprese europee e tedesche in particolare, le quali negli ultimi anni sono state capaci di accelerare moltissimo sul fronte della produttività.
In questo scenario non sorprende che a presentare le maggiori difficoltà resti ancora il mercato del lavoro. La contrazione degli occupati, evidenti soprattutto nell'industria, rispecchia la presenza di un eccesso di capacità produttiva che la ripresa della domanda non è ancora in grado di saturare. Il rientro al lavoro di molti dipendenti in cassa integrazione ordinaria, si contrappone, infine, con l'elevato numero di quelli in cassa integrazione speciale e soprattutto di quelli in deroga, i quali a tutt'oggi stanno ancora beneficiando poco della ritrovata ripresa dell'attività.

La natura industriale della crisi economica internazionale ha comportato per la provincia di Modena una brusca battuta d'arresto del suo tasso di sviluppo e questo in ragione sia del peso rivestito dal settore manifatturiero, sia della sua forte apertura verso i mercati esteri.
A partire, soprattutto dal 2° trimestre del 2010 i dati raccolti su un panel chiuso di imprese hanno iniziato ad evidenziare, anche a Modena, un netto miglioramento del quadro congiunturale, per quanto non in grado, comunque, di cancellare l'ampia battuta d'arresto registrata nel 2009.
Entrando nel dettaglio dei risultati, complessivamente, tra gennaio e settembre, la produzione industriale ha registrato un aumento del +9,8%, mentre il fatturato ha segnato un +7,8%.
In termini evolutivi, dopo i tiepidi movimenti del primo trimestre dell'anno, le variazioni dei quantitativi prodotti e del fatturato hanno iniziato a registrare aumenti più consistenti soprattutto nel secondo e nel terzo trimestre. L'indice grezzo della produzione industriale, difatti, è aumentato del 13,2% nel confronto tra i mesi di aprile-giugno del 2010 con quelli del 2009 e del +15,5% tra luglio e settembre. Su percentuali non molto distanti si è movimentato anche il fatturato, registrando, nei medesimi periodi, aumenti dell'ordine del +10,8% e del +14,7%, rispettivamente nel secondo e nel terzo trimestre.

Per i prossimi mesi la possibilità di un consolidamento della ripresa trova sostegno nell'andamento degli ordini, in crescita nel corso di tutti i primi nove mesi del 2010.
In particolare, per quanto riguarda gli ordini dall'estero, le cose hanno iniziato ad andare per il verso giusto fin dal primo trimestre del 2010, quando si è registrato, nel confronto con il medesimo periodo dell'anno precedente, un +12,9%, seguito da un secondo trimestre in espansione del +14,0% e, infine, da un +13,2% nel terzo.

A livello settoriale la ripresa dei livelli produttivi ha interessato un po' tutti gli ambiti di attività dell'industria modenese. La crescita maggiore si riscontra nei comparti maggiormente orientati verso i mercati internazionali, come la meccanica legata alla produzione dei beni strumentali e d'uso generale, coinvolgendo in misura estesa tutto il relativo indotto. Positive le indicazioni che sono pervenute anche dai settori legati all'edilizia, come la ceramica e la connessa industria chimica, seguiti dai mezzi di trasporto, grazie, anche in questi casi, al traino esercitato dalle esportazioni.
Più attenuata la fase espansiva rilevata nel biomedicale e nell'alimentare, ma erano questi, però, anche i settori che avevano tenuto meglio lo scorso anno e che pertanto hanno meno da recuperare, mentre in chiaro scuro è apparso il quadro del tessile abbigliamento, dove il dato medio di relativa stazionarietà, rilevato nel corso dell'intero 2010, nasconde al proprio interno situazioni molto eterogenee tra le imprese.

Tabelle dati