Attività manifatturiera ancora in recupero nel terzo trimestre del 2011

Ma il quadro evolutivo resta contraddistinto da molti elementi di debolezza

In base agli indicatori congiunturali elaborati dalla Camera di Commercio di Modena, per l'industria manifatturiera il 3° trimestre del 2011 si è caratterizzato dal proseguimento della fase di recupero dai minimi del 2009. A trainare verso l'alto gli indici sono state, ancora una volta, le esportazioni e il ciclo delle scorte di magazzino, in fase di ricostituzione dopo le ampie flessioni degli ultimi due anni.
In prospettiva, però, questa risalita sembra ostacolata dal materializzarsi degli scenari più pessimistici. Al momento non è ancora possibile quantificare di quanto possa rallentare la crescita o, nell'ipotesi peggiore, di quanto possa flettere, tuttavia l'analisi relativa a produzione e fatturato evidenzia che il punto di massimo della ripresa è stato già toccato a metà anno, registrando, nel terzo trimestre, le prime variazioni congiunturali negative, coerentemente con quanto avevano iniziato a segnalare, fin dai mesi primaverili, le variabili previsionali relative al clima di fiducia delle imprese e alle prospettive a breve.
E' questo, in sintesi, il quadro che emerge dai primi dati dell'indagine congiunturale condotta congiuntamente dalla Camera di Commercio di Modena e da CNA e Confindustria, che rileva lo stato di salute di un campione statisticamente rappresentativo della popolazione delle imprese attive con 6 e più addetti.

I NUMERI

Entrando nel dettaglio dei risultati, nel terzo trimestre i quantitativi prodotti dalle imprese si sono movimentati verso l'alto del +3,9% nel confronto con gli analoghi mesi del 2010. Rispetto al secondo trimestre dell'anno, tuttavia, il trend di crescita ha mostrato una prima battuta d'arresto (-2,5%), dopo più di un anno di costante recupero.
Con percentuali non molto distanti da quelle della produzione si sono incrementati anche il fatturato e le esportazioni. Il volume d'affari, in particolare, ha registrato una crescita tendenziale del +6,8%, seguito da un aumento del +6,7% nelle esportazioni. In termini congiunturali, tuttavia, le variazioni si arrestano al +0,2% per il fatturato e al -1,9% per le vendite estere. Questi dati, per quanto ancora complessivamente positivi, evidenziano bene come il quadro congiunturale si mostri in rapido peggioramento.

L'IMPULSO DELL'EXPORT E DEL PROCESSO DI RICOSTITUZIONE DELLE SCORTE

Vi sono almeno due ragioni che spiegano questo andamento. Innanzitutto, i buoni risultati segnati da Modena nella prima metà dell'anno devono molto alla ripresa delle esportazioni in valore e al ciclo delle scorte di magazzino delle imprese. Ancora fino al secondo trimestre del 2011 le esportazioni avevano registrato aumenti dell'ordine del +10,2% a giugno e del +16,7% a marzo. Significativi sono risultati anche gli incrementi delle rimanenze in progresso del +6,3% nella media dei primi nove mesi. Per le esportazioni le attese sulla seconda metà dell'anno sono orientate, però, verso una netta decelerazione, mentre per l'altra componente della domanda le prime evidenze del terzo trimestre segnalano una flessione congiunturale del -1,9%.

IL RUOLO DELLA MECCANICA…

In secondo luogo, pesa la peculiare specializzazione settoriale dell'industria modenese. I buoni dati congiunturali, registrati a livello locale, devono molto alle performance segnate nella produzione dei prodotti riconducibili alla fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici, le cui esportazioni, dopo la brusca caduta del 2009, sono tornate a crescere in doppia cifra. Sul ruolo di questo settore è possibile citare due dati: le esportazioni incidono per il 60% dell'intero volume d'affari, mentre, in termini di valore aggiunto, il peso di queste produzioni all'interno dell'industria della provincia si attesta al 23% del totale (percentuale che sale al 55% estendendo l'aggregato a tutta la metalmeccanica). Qui i principali elementi di preoccupazione per il futuro attengono alla crisi di liquidità del sistema finanziario e alle restrizioni al credito le quali possono influire pesantemente sulle decisioni di investimento.

…E QUELLO DELLE ALTRE IMPRESE

Ben diverso è il trend rilevato nei settori maggiormente legati al mercato interno, invece, come l'alimentare, il tessile abbigliamento e l'insieme residuale delle altre industrie, dove sono state incluse, tra le altre, le imprese attive nella fabbricazione della carta e nell'editoria, nella lavorazione del legno e nella fabbricazione di mobili e i colorifici ceramici, tutti comparti in cui la dinamica risultava in rallentamento già dai trimestri scorsi.

LA COMPLESSITA' DEL SETTORE CERAMICO

Più complessa, infine, la situazione del settore ceramico, penalizzato dalla lentezza con cui stanno riprendendo i consumi delle piastrelle in Italia, ma anche, se non soprattutto, negli Stati Uniti. Dall'altro lato, le strategie di reazione alla crisi da parte di molti gruppi leader del settore, volte da un lato ad orientare la competizione sempre più sul terreno della qualità e dall'altro sul presidio dei mercati più promettenti, ma anche più lontani, attraverso un processo di delocalizzazione degli impianti, producono un effetto sul territorio che al momento resta ancora di difficile valutazione, per lo meno nei suoi aspetti più quantitativi.

LE TENDENZE CONGIUNTURALI

Come anticipato, il rallentamento mostrato da alcuni indici anticipatori del ciclo suggerisce che l'attuale fase di rallentamento non sia destinata ad arrestarsi.
Gli ordini, la cui accelerazione fino alla primavera lasciava presagire un quadro decisamente più ottimistico, hanno arrestato la loro corsa, posizionandosi su aumenti che si sono rivelati molto più modesti rispetto al passato, ma che, soprattutto, hanno iniziato a flettere nella loro evoluzione congiunturale. Più nel dettaglio, in termini tendenziali, l'aumento complessivo del terzo trimestre si è fermato ad un +5%. Ancor più significativa nel cogliere l'evoluzione è la variazione congiunturale, dove i valori sono rimasti complessivamente su quelli precedenti (+0,01%), ma ancora in flessione del -0,8% rispetto a quelli di inizio anno.

LA DEBOLEZZA DELLA DOMANDA INTERNA

Pesa su questi risultati soprattutto il cattivo andamento registrato sul mercato nazionale, dove la domanda risulta in flessione fin da marzo, in ragione sia dei bassi livelli di consumo delle famiglie italiane, sia del progressivo peggioramento dell'andamento delle commesse evidenziato dall'indotto della meccanica modenese. Complessivamente qui la variazione tendenziale del +4,5% del terzo trimestre si accompagna a due variazioni congiunturali negative, a settembre e giugno, pari rispettivamente al -1,3% e al -1,4%. Ancora positiva, invece, la dinamica degli ordini esteri, per quanto in netta decelerazione, con un aumento tendenziale del +6,0% e progressi congiunturali del +0,6% a settembre e del +0,5% a giugno, i quali fanno seguito al +3,6% con cui era iniziato l'anno in corso.

ANCORA IN CALO LA FIDUCIA DELLE IMPRESE

Indicazioni concordanti con questa analisi giungono anche dall'indice relativo alla fiducia delle imprese, in deterioramento da inizio anno. A pesare sull'andamento di questo indicatore sono soprattutto le aspettative degli imprenditori sui livelli produttivi per i prossimi mesi, improntate verso una stabilizzazione dei quantitativi su quelli attuali per il 59,8% degli intervistati (erano il 69,7% nel trimestre precedente), una riduzione per il 24,5% (erano il 16,5%) e un aumento solamente per il 15,7%.

Attività manifatturiera ancora in recupero nel terzo trimestre del 2011 - Tabella e Grafici