Resistere alle avversità nel primo anno d'impresa

80 nuove imprese su 100 ce la fanno. Migliora di due punti il tasso di sopravvivenza delle iscritte nel Registro camerale di Modena.

Misurare la natalità imprenditoriale in un sistema economico è senz'altro interessante, tuttavia è fondamentale poter conoscere anche la capacità delle nuove imprese di resistere nel tempo, superando le difficoltà che incontrano. L'indicatore sintetico che può essere utilizzato è il tasso di sopravvivenza, che misura il numero delle imprese attive nate ad esempio nel triennio precedente e che risultano ancora vive uno, due o tre anni dopo. Prendendo a riferimento il 2012, in provincia di Modena emerge che dopo un anno il 79% delle nuove nate era ancora in vita, dopo due anni tale percentuale scende al 70,1% e a distanza di tre anni è solo del 63%.

Negli ultimi tre anni tuttavia la percentuale di sopravvivenza a un anno è leggermente migliorata passando dal 79% del 2012 all'81,8% del 2014.

Nelle diverse forme giuridiche la sopravvivenza a un anno è abbastanza simile: 82,9% registrata nel 2015 per le società di capitali nate nel 2014; 81 e 81,3 rispettivamente per le società di persone e le ditte individuali. Si differenza invece parecchio la sopravvivenza a 3 anni, registrata nel 2015 per le nate nel 2012: le imprese individuali che resistono sono il 60,2% mentre le società di persone sono il 65,9% e quelle di capitali raggiungono quota 68,8%. La mortalità delle società di capitali, imprese più strutturate, è quindi molto inferiore a quella delle ditte individuali.

Con riferimento ai diversi settori di attività, la sopravvivenza a tre anni per le imprese nate nel 2012 è più alta in agricoltura (85,7%) e nel comparto trasporti e spedizioni (83,5%); i settori in cui le imprese hanno una aspettativa di vita più bassa a tre anni dalla loro costituzione sono il manifatturiero (61,4%) e il turismo (alloggi e ristorazione, 62,4%).