Confesercenti: occupazione stabile nelle MPMI modenesi del terziario

Nel turismo, servizi e commercio prevalgono i contratti a chiamata

I dati sull'occupazione del primo trimestre 2018 di Confesercenti indicano un incremento di lavoratori del +0,1% rispetto al medesimo periodo 2017. In ripresa pubblici esercizi ed ingrosso; trend negativo nel commercio al minuto; in calo gli occupati a tempo indeterminato. Si attenua al momento l'ondata di lavoro a chiamata, che ha caratterizzato il 2017 nelle MPMI modenesi del commercio, servizi e turismo, con in testa i pubblici esercizi. Un trend con ogni probabilità passeggero e destinato a modificarsi - e cioè registrando un nuovo incremento - già a partire dal trimestre in corso. Infatti nel periodo compreso tra il 2 gennaio e il 31 marzo 2018, rispetto al medesimo dello scorso anno, l'andamento occupazionale tra le piccole e piccolissime imprese del territorio modenese risulta stabile. Il saldo tra assunzioni e licenziamenti - come ha rilevato l'Osservatorio di Confesercenti Modena, nel consueto monitoraggio che questa volta ha interessato circa 1.300 attività imprenditoriali - ha segnato solo un +0,1%. Le motivazioni, secondo Confesercenti, sono da ricercare nella scelta da parte delle aziende di optare per lo strumento di flessibilità a loro più idoneo. E questo perché "non si riesce ad andare oltre a una programmazione di breve periodo perché il quadro attuale evidenzia persistenti fattori di debolezza. Continua quindi a dominare - fa sapere Marvj Rosselli, Direttore provinciale di Confesercenti Modena - un'incertezza di fondo, dettata da una serie di aspetti concatenati: dal mancato sostegno del mercato interno, con una ripartenza dei consumi debolissima, all'opprimente carico fiscale e burocratico per le piccole imprese, alla continua riduzione dell'accesso al credito delle MPMI, ma anche alle forme di lavoro occasionale (voucher) sostituite con strumenti più rigidi, oggi ben poco utilizzabili. Fattori che si ripercuotono sulle imprese e la loro capacità d'investimento anche in ambito occupazionale. Il lavoro a chiamata, i contratti a termine, le varie modulazioni dei part-time stanno ormai sostituendo l'occupazione a tempo indeterminato che in avvio d'anno, in scia già coi precedenti, non ha trovato spazi di incremento. Frutto di una ripresa che ancora stenta parecchio a consolidarsi, come testimoniato dal modesto +1,4% di crescita del PIL nazionale nel primo trimestre. Senza contare che i nuovi sgravi 2018, che dovrebbero sostenere l'occupazione a tempo indeterminato di giovani e neet, hanno requisiti troppo stringenti e quindi poco applicabili per molte imprese".