Al via la raccolta del "Mirtillo nero dell'Appennino modenese"

Il pregiato prodotto sponteneo ricompreso nel marchio "Tradizione e sapori di Modena" è ricco di proprietà salutistiche

Nell'alto Appennino modenese è iniziata l'attività di raccolta del mirtillo nero, prodotto d'eccellenza che cresce spontaneo nel nostro territorio. Il mirtillo nero della specie "Vaccinium myrtillus L." è molto noto in quanto dotato di particolari proprietà organolettiche e terapeutiche che lo rendono molto apprezzato e richiesto sia dai consumatori che dall'industria farmaceutica. Per tutelarne la raccolta e trasformazione la Camera di Commercio lo ha ricompreso nel marchio collettivo Tradizione e sapori di Modena, creando, in collaborazione con i raccoglitori e produttori un apposito disciplinare. Grazie ad un rigoroso sistema di controlli, esso garantisce infatti che il prodotto venduto con il marchio appartenga alla specie "Vaccinium myrtillus L.". Il marchio è un'iniziativa attuata in collaborazione con il GAL, il Parco Alto Appennino Modenese e le Comunità Montane dell'area.

Il Mirtillo nero (Vaccinium myrtillus L.) è molto diffuso allo stato spontaneo nell'Alto Appennino modenese; questo frutto è noto, oltre che per l'elevato potere nutritivo e vitaminico, per le sue peculiari virtù salutistiche, attribuibili soprattutto al contenuto in antociani (principi attivi appartenenti alla classe dei polifenoli), che hanno proprietà capillaroprotettive, antiedematose, antiinfiammatorie e antiflogistiche. Il mirtillo può essere considerato un prezioso "alimento funzionale", cioè un prodotto che, se assunto con regolarità, contribuisce al mantenimento di una buona condizione di salute e alla prevenzione di diverse patologie.

L'importanza farmacologica del mirtillo nero è in effetti confermata dall'uso terapeutico di estratti secchi di mirtillo nero standardizzati e titolati in antociani, preparati dall'industria farmaceutica a partire dal frutto, e presenti in specialità medicinali utilizzate in oftalmologia, nel trattamento di varie patologie della retina e per la cura di altre affezioni del microcircolo. Il mirtillo nero dell'Appennino modenese è stato oggetto di studi approfonditi, iniziati alla fine degli anni '70, da parte del Gruppo di Ricerca operante presso il Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell'Università di Modena e Reggio Emilia. Le ricerche, condotte in collaborazione con vari Enti, hanno evidenziato in primo luogo l'ottima qualità del mirtillo appenninico, dimostrata dall'elevato contenuto di antociani, e hanno fornito indicazioni operative utili per la difesa e valorizzazione di questo frutto spontaneo, in relazione a vari fattori: tempo e criteri di raccolta e conservazione, possibile presenza di altri "mirtilli spontanei" meno pregiati, mappatura dei vaccinieti tipici, influenza delle caratteristiche pedologiche sulla qualità del mirtillo, etc.. Le risultanze di tali studi hanno trovato concreta applicazione nel disciplinare di produzione che stabilisce i requisiti del "Mirtillo nero dell'Appennino modenese" protetto dal marchio camerale "Tradizione e sapori di Modena".

 

Zona di produzione del Mirtillo nero dell’Appennino Modenese

Zona di produzione Mirtillo nero dell'Appennino modenese